Blogger, Influencer e Consumatori

Da una parte c’è l’Influencer, ovvero colui che hanno un considerevole numero di followers, seguaci o fan, e dall’altra il Blogger, che crea contenuti di qualità per il proprio sito ed ha anche lui un considerevole seguito.

Entrambi sono diventati tra i protagonisti incontrastati della comunicazione odierna. Ma c’è non ci sono solo quelli con milioni di followers, infatti gli Influencers sono divisibili per numero di seguaci.

Partendo dai più piccoli ai più grandi, ci sono i Nano-Influencers con meno di 1.000 followers, Micro-Influencers 1.000 – 100.000, Macro-Influencers 100.000 – 1 milione, Mega-Influencers con oltre 1 milione di followers.

Più in generale tutti coloro che hanno un nutrito sèguito sulle piattaforme social come Instagram, Facebook, Twitter, YouTube, Tik Tok etc.. Sono i grandi protagonisti del web ed essendo spesso delle vere e proprie macchine da soldi online, sono sotto i riflettori, e devono attenersi alle leggi vigenti nell’ordinamento italiano.

Ma ci si chiede, come tutelare da una parte il professionista che è ormai diventato una vera e propria azienda che può raggiungere nell’arco di alcuni minuti milioni di persone, e dall’altra il consumatore che può essere il destinatario di messaggi pubblicitari subdoli, senza alcun apparente freno, a parte i limiti delle piattaforme dove interagiscono.

Il Codice del Consumo, d. lgs. 206/2005, regolamenta quelle attività che i professionisti svolgono verso un pubblico di consumatori tutelando questi ultimi, vista la sproporzione tra le parti. Tra le pratiche commerciali scorrette, vi è quella in cui il professionista dimentica di fornire, ovvero occulta o presenta in modo poco chiaro, informazioni rilevanti circa la pubblicità di un prodotto, perciò il consumatore medio non è in grado di prendere una decisione consapevole.

Senz’altro, viene alla mente qualche episodio di pubblicità occulta dove un Influencer utilizzava un prodotto in modo del tutto genuino senza nulla dichiarare in merito al fatto che invece era stato pagato per fare quel determinato post, poichè di fatto vi era un rapporto di committenza non dichiarato. 

Ebbene, le sanzioni dell’Antitrust (l’Autorità Garante che vigila su queste pratiche lesive), oltre all’obbligo di immediata cessazione della pratica scorretta, possono arrivare fino ai 5 milioni di euro di multa.

Per tale motivo è fondamentale avere al proprio fianco un avvocato che possa, da un lato, rappresentare il consumatore grazie alle disposizioni a favore di questa specifica categoria, e dall’altro proteggere i protagonisti dei social network, nei casi di diffamazione o realizzare accordi e contratti in linea con i dettami ad esempio dal Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale, come anche dalla Federal Trade Commission (FTC) che seppur Statunitense può travalicare i confini americani e regolamenta gran parte degli Influencers del mondo occidentale.

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